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PERCHE'  LEX ITALICA

Il primo Lex Italica è del 2015. Bianco,  primitivo e timido nelle forme rispetto alle opere successive, che invece con irruenza si espandono bypassando i confini delimitativi della tela.  

Anche se non legata a specifiche famiglie storiche della storia dell'arte (come le serie successive), il candore dell'opera tradisce il forte imperativo contenuto di machiavellica memoria: "impariamo dal passato per costruire il futuro", perchè la storia è ciclica. Imparare dal passato dunque per ispirare un “Nuovo Rinascimento”; un passato nel quale l'arte è sempre stata pilastro di crescita, colonna portante di elevazione umana. Perché l’arte, armata di bellezza, si eleva a protagonista di ogni tempo. Trarre insegnamenti dal passato per estrarne luce nuova nel presente. Così, “Stupore” e “Ricerca” elevano l’uomo. Un invito ad un  modo nuovo di comportamento per coloro che hanno a cuore le cose d’arte. Così gli ondeggianti altorilievi rappresentano la legge italiana, o meglio "il sistema italiano": un labirinto affascinante e sinuoso, ma contorto ed impervio allo stesso tempo, dotato però di vie di uscita, scorgibili solo grazie all’intelletto umano. Le “virtù umane” (di machiavellica memoria) difatti, sono le uniche ad essere incoraggiate, per intraprendere una via d’uscita in tempi bui. 

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